domenica 27 dicembre 2015

Tipi di carta per le matite colorate

Ammetto di non aver mai dato molta importanza al tipo di carta che utilizzavo per disegnare.
All'inizio, tutto ciò di cui mi importava era essenzialmente la FORMA di quello che disegnavo. La linea, il contorno.
In una seconda fase ho iniziato ad interessarmi ai TONI e ai colori, a sviluppare un approccio più pittorico di quello che volevo rappresentare.
In seguito, per ottenere colori più intensi, ho sperimentato e continuo a sperimentare STRUMENTI diversi, cambiando diverse marche di matite, colorate, pennarelli, acquerelli etc.
Solo di recente mi sto interessando anche al tipo di SUPPORTO e a come esso possa influire sulla resa finale di tutto ciò che c'è sopra: forme, toni, colori e quindi rendimento diverso degli strumenti.


In questo post, voglio mostrare la resa di due marche di matite colorate su quattro tipi di carta da disegno, tra le tante e i tanti esistenti, giusto per esempio. 

Le matite utilizzate sono le Derwent Drawing e le Lyra Rembrandt Polycolor. 
I blocchi da disegno che ho utilizzato sono:

- Canson 1557 (180g/mq con grana fine, quasi liscia)
- Fabriano Accademia Drawing (200g/mq ruvido con grana media)
- Lana Dessin 220 (220g/mq ruvido con grana più pronunciata)
- Clairefontaine Dessin à Grain (180g/mq ruvido con grana pronunciata)

La quantificazione di ruvidezza è mia personale, non viene riportata sugli album da disegno, ma a farci scorrere le dita mi sembra che la più liscia sia la Canson e che la più ruvida sia la Clairefontaine. 

Premesso ciò, ecco come reagiscono le due matite citate su queste 4 marche di carta:


Tra tutte, la Clairefontaine è quella che mi è piaciuta meno per tipo di grana (a "mattoncini"), resistenza della carta allo strofinamento e capacità di trattenere i pigmenti. 
Anche la Fabriano non mi ha soddisfatta poi molto in confronto alle altre due per capacità di trattenere i pigmenti delle due matite (sebbene l'abbia spesso utilizzata con le Derwent Artist e Coloursoft e non l'abbia disprezzata). 
Sebbene molto diverse, mi sono piaciute sia la Canson, sia la Lana.
La prima è forse troppo liscia per le Polycolor (che lasciano segni marcati), ma la trovo perfetta per le morbide Drawing, evidenziandone la texture cremosa. 
La seconda ha un colore paglierino caldo, è spessa e permette di stratificare bene i colori. Spezza il tratto delle Drawing, ma va bene per le più dure Polycolor.

Ovviamente sono impressioni mie personali e del resto la scelta della carta, così come delle matite, è scelta personale e di gusti. 
Come sempre vale la stessa regola: sperimentare sempre e tutto!

Al prossimo post! =)

Fare un tavolo luminoso in 10 minuti

Come improvvisare un tavolo luminoso in pochi minuti senza dover tagliare legno, vetro o plexiglass su misura, nè intendendosi di neon o attacchi elettrici?
Per farlo, sono ricorsa ad un set di 4 luci a led (comprate alla Prealpina con un costo di 20-25 euro) e ad una cornice economica (5 euro) che già avevo. 


Ho collegato e incollato i 4 led sulla base di compensato della cornice.


Mi sono accertata che il circuito fosse corretto e si accendessero tutti. Ho incollato dei feltrini per le sedie nei 4 angoli per fare spessore, quindi ho appoggiato la cornice col vetro sopra il tutto.


E niente, finito qui. Improvvisata e smontabile, non ottimale, ma funzionale. 


Per ricalcare un disegno può andare, non avendo nulla di meglio a disposizione. Diciamo, che il suo dovere lo fa! 
Al prossimo post! =)

sabato 7 novembre 2015

Schizzi con stilografica e inchiostro solubile

Anche una comune stilografica per uso scolastico può avere effetti interessanti.
Negli esempi che seguono ho usato una Pelikan dal prezzo di circa 10 euro reperibile negli ipermercati e alimentata da cartucce di inchiostro nero. 
Le caratteristiche da notare sono quella di avere una scrittura più scorrevole rispetto ai pennini per la china, ma tratti neri intensi allo stesso modo (sebbene meno modulabili nello spessore), un'alimentazione continua e uniforme che ci evita di dover intingere il pennino ogni 30 secondi, praticità e più facile trasportabilità e, non ultimo, la solubilità dell'inchiostro.


Ho schizzato diversi soggetti, per vedere come rende questo mezzo nei diversi approcci. Qui sopra ad esempio ho disegnato un volto femminile di profilo, mentre qui sotto ho abbozzato una vignetta in stile più fumettistico.


Di seguito, altre due figure femminili, una intera e l'altra di tre quarti. La prima è stata disegnata direttamente con la stilografica e poi acquarellata, la seconda è stata abbozzata con la matita e poi ripassata con la stilografica (che scorre sulla matita senza intoppi). 

Clicca per ingrandire

Anche in queste due nature morte, ho disciolto l'inchiostro per creare i mezzi toni.



L'inchiostro Pelikan, al contrario della china, è solubile con l'acqua (ma non con l'alcol). Perchè faccio notare questo?
Perché nel caso voleste colorare i vostri schizzi a stilografica, dovete sapere che utilizzando l'acquerello o i comuni pennarelli per bambini che sono a base d'acqua, l'inchiostro si dissolve sporcando il disegno. 
Ora l'effetto può essere voluto e ricercato per dare maggiore interesse ad un soggetto.
Io ad esempio nel disegnare i contorni del kaki qui sotto, aggiungendo giusto qualche tratteggio, ho voluto mischiare il nero dell'inchiostro per smorzare la luminosità dell'acquerello e renderlo più cupo.


Mentre nel caso voleste mantenere i contorni netti senza sbavature, dovreste utilizzare dei pennarelli ad alcool, come ho fatto io nello schizzo di questa figura femminile qui sotto:


 In questo caso l'inchiostro non si è diffuso minimamente. 

Riepilogando, la stilografica è un'alternativa ad inchiostro acquarellabile alla china, portabile ovunque, anche in tasca, quindi più pratico e impiegabile con un po' di fantasia in molteplici modi e per qualunque genere di soggetto. Rispetto all'ancora più pratica biro, offre un nero più intenso e, appunto, la possibilità di acquerellare i disegni.

Come sempre, sperimentate da voi e vedete se vi piace il mezzo. Al prossimo post! =)

domenica 8 marzo 2015

Schizzi dinamici coi pennarelli

I pennerelli sono strumenti utilissimi per tracciare rapidi schizzi dinamici, consentendo di suggerire il movimento con le linee e le ombre con le stesure. Passando un colore sopra un'altro mentre è ancora fresco, permette di fonderli insieme. Non potendo cancellarlo, ci obbliga a lavorare in modo deciso e libero. 

Riporto qualche esempio di seguito. Un metodo che mi piace, consiste nel tracciare le linee portanti del disegno con un pennarello a punta grossa grigio chiaro e poi definire i dettagli con un pennarello nero a punta fine. 


I tocchi di pennarello rosso sottolineano dei punti di interesse.


Non solo figure umane, ma anche paesaggi.



Ora qualche esempio con più colori.


Il pregio dei pennarelli è che in poco tempo si riesce a dare un'idea d'effetto di quello che si vuol realizzare, seppur in modo grossolano.


Inoltre si possono utilizzare i pennarelli a punta grossa per stesure omogenee, mentre quelli a punta fine per i tratteggi, come nei due esempi qui sopra. Sono molto versatili. 
Inoltre risultano ben visibili e adatti a fare da base per il ricalco, in modo da ottenere un disegno pulito e dettagliato.

Per ora è tutto. Al prossimo post!  

lunedì 16 febbraio 2015

Linee e stesure

In questo post parlerò di alcune tecniche miste che apprezzo particolarmente, in quanto uniscono una base realizzata a stesura, definita successivamente con degli elementi lineari, come nel disegno seguente:


In questo primo esempio, ho utilizzato della china acquerellata per creare una base tonale:


Una volta asciutta, ho delineato col pennino le montagne e i dettagli del paesaggio.


Analogamente, nell'esempio successivo, ho applicato una stesura ad acquerello, che poi ho meglio definito con le matite colorate. 


Di seguito, il disegno leggermente delineato con qualche tocco di matita. 


Similarmente, nell'esempio successivo ho creato una base con le matite acquerellabili, mezzo che unisce in sé le caratteristiche di linea e stesura.


Dopo aver sciolto i colori con un pennello bagnato, ho ridelineato alcuni dettagli con le matite. 


Un connubio interessante è dato dal carboncino e dalle matite colorate. nel disegno di questa fatina, il carboncino è servito per intensificare le ombre e i contorni.


Al posto del carboncino, si può utilizzare anche una penna biro per delineare i contorni: io la considero una sorta di matita indelebile, in quanto l'intensità è facile da calibrare ed è precisa nel contornare. 


Ed ecco la versione finita, definita con tratti di penna a sfera:


In tutti gli esempi fatti, il trucco sta nel creare prima una base di toni o colori e solo successivamente delineare e aggiungere dettagli al disegno, anziché disegnare e contornare una figura e poi colorarla dentro i bordi. In questo modo l'impressione è che il disegno sia meno rigido e non ingabbiato in un contorno, ma anzi lo sviluppo in questo modo permette di fondere stesure e linee. 

E' tutto: al prossimo post! =)

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